Gebäude 9
Le luce blu dei neon, il brusio, il fumo che impregnava i vestiti comprati nei negozi di seconda mano, gli stivaletti neri di pelle col tacco alto, che ammiccavano a passati turbolenti e a marciapiedi nascosti di Berlino est.
Sul palco, i pick up di una Fender Telecaster serie ’72, irresistibilmente vicini all’amplificatore, producevano quel famigliare sibilo acuto pre-concerto, che si spegneva nel momento in cui il chitarrista l’imbracciava. Il batterista dava un ultimo giro di sgabello per regolarne l’altezza, il bassista si passava le dita affusolate nella ciocca di capelli neri che gli ricadeva sul viso. Mi piaceva quella sorta di sospensione temporale, quella manciata di secondi di silenziosa attesa, prima dell’inizio del concerto.
[continua]
[forse]