Sandra
“Sandra, tu un giorno vincerai l’Oscar” – disse la nonna. La cucina era piena del confortevole odore di pancake caldo e sul tavolo erano schierati sciroppo d’acero, toast, burro e una tazza di caffèlatte, di coccio giallo con la scritta “Nobody Ever Really Dies”. Sandra era magra come un chiodo e nascondeva il suo non-corpo sotto maglioni grigi extralarge. Oggi però, ne aveva su uno viola e aveva anche messo le scarpe da corsa abbinate. Alle 17 c’era il corso di teatro e avrebbero provato la scena madre di “Wuthering Heights”, quella dove Heathcliff e Catherine si dichiarano eterno amore. Era abbastanza tranquilla, solo che aveva deciso anche lei di dichiarare il suo amore a Jesse, quello che faceva il marito cornuto di Catherine. L’avrebbe sorpreso dietro le quinte, baciandolo. Si sentiva decisamente ardimentosa! Sandra prese la cartella, salutò la nonna con un laconico “ciao” e si diresse verso la scuola. Ore 17.56: “Il mio amore per Linton è come il fogliame nei boschi: il tempo lo cambierà, ne sono consapevole, come l’inverno cambia gli alberi. Nelly, io sono Heathcliff!” dichiarò al mondo la piccola Sandra. “Stop! Bravi tutti per oggi stiamo apposto! Ci vediamo venerdì, stesso posto stessa ora” – disse il regista col tono di un prete che chiude la messa. “Bene, il momento è arrivato” pensò la nostra tragica eroina mentre ripercorreva il tratto dal palco ai camerini contando le assi del parquet. Vide Jesse uscire dal bagno e chiudersi nel camerino. Rischiò e lo seguì. “Jesse ti devo dire una cosa” – gli disse Sandra. E lo baciò. Fu un bacio lungo e appassionato, le lingue che cozzavano, i cuori che battevano, le vesti che frusciavano. Quando si staccarono Sandra era rossa in viso, era stato un bacio bellissimo. Poi,come una dama tragica dell’ottocento decise di scappare via e tornarsene a casa. Jesse, la guardò andare via e dopo si avviò anche lui verso l’uscita. La sua ragazza lo stava già aspettando fuori per andarsene via, insieme, sul viale del tramonto.
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