Il primo ateo l’ho incontrato in terza liceo
Il primo ateo l’ho incontrato in terza liceo ed era era una compagna di classe che se la tirava perché lei era di Frosinone e noi di Veroli (FR). Era una nuova: i suoi genitori si erano trasferiti dalla grande città al paesino e aveva manifestato il suo essere atea uscendo dalla classe durante l’ora di religione. Quel giorno aleggiò in classe un misto di curiosità e sconcerto anche perché durante l’ora di religione l’attività didattica più impegnativa era provare i passi di danza del balletto di fine anno, sulle note di Backstreet’s Back dei Backstreet Boys. Lei, invece, cosa andava a fare al di fuori della classe? E dove andava? Non si è mai capito bene ma tanto dopo due lezioni saltate, alla terza rimase in classe pure lei, a provare il balletto. La professoressa del liceo, una sessantottina curiosa, hippy, trascendentale e cartomante provò a intavolare una discussione sul tema “Dio c’è?”, interpellando l’atea frusinate: non ricordo nessun tipo di argomentazione, tranne che ci teneva a sottolineare che lei era una cittadina e noi i paesani.
Non ricordo altri atei degni di nota finché non ho conosciuto una collega, passata alla storia perché si definiva “un po’ rock” in quanto fan di Luciano Ligabue. Ricordo che riflettei sul nesso tra Ligabue e ateismo ma ancora non ne sono venuta a capo. La fede nell’assoluto Nulla della collega vacillò quando le chiesi se credesse nell’anima. A quella, un po’ ci credeva.
La religione, il credere o non credere in Dio è oggi come oggi un tema spinosissimo, soprattutto perché rispetto a due decenni fa è meno, come dire, mainstream. Gli atei di oggi o sono una rivisitazione della figura della mia ex compagna di classe, o sono persone molto arrabbiate, verso la Chiesa Cattolica Apostolica S.p.A., anche se il nuovo CEO è piuttosto simpatico. La rabbia di solito non è dovuta a situazioni personali ma ad una serie di motivi storico-politico-sociali spinosetti, tipo l’aborto, tipo l’omosessualità, tipo l’eutanasia, che vengono dibattute al bar come a Ballarò. Hai detto niente. In ogni caso, non vedo dialogo. Vedo prese di posizione ideologiche. Vedo politica. Vedo umanità.
Ma un discorso ontologico genuino non se lo fa nessuno? E’ così difficile trovare qualcuno con cui dibattere su argomenti del tipo “ma gli Ittiti cosa ne pensavano di Dio?”, “il panteismo: è un sì o un no?”, “nesso tra litanie e lettura delle carte”, “Gesù era rock o era pop?”. La risposta è dentro di te.
Category: Sophia | Tags: Dio, Geggiù, Gesù, I want to leave, ma fatti li cazzi tua na volta, Totti, ufo, X-files 3 comments »
Maggio 2nd, 2013 at 23:26
Io ne avrei a tomi sull’argomento, scriviamo un trattato?
Maggio 3rd, 2013 at 22:31
[…] Beat ‘N’ Love, “Il primo ateo l’ho incontrato in terza liceo”: Quel giorno aleggiò in classe un misto di curiosità e sconcerto anche perché durante l’ora di religione l’attività didattica più impegnativa era provare i passi di danza del balletto di fine anno, sulle note di Backstreet’s Back dei Backstreet Boys. Lei, invece, cosa andava a fare al di fuori della classe? […]
Maggio 4th, 2013 at 12:44
Magari! U_U