“E vada a bordo, cazzo!”
Il problema è che la faccenda della Costa Concordia trasuda italianità da tutti gli oblò. Guardi le foto di quell’enorme bar(ac)cone rovesciato e non si può fare a meno di pensare che sì, è la metafora dell’Italia. Si guardi a Schettino, che si è guadagnato di buon diritto la hall of fame nazional-popolare. Ci si guardi intorno, in televisione, nel proprio ufficio, nella propria classe, dentro l’armadio, allo specchio ed ecco apparire bella nitida l’immagine del tronfio comandante di mastodontica nave da crociera che fa la cazzata, si caca sotto e scappa dalla nave. Responsabilità? Cosa essere responsabilità? L’italianità si erge in tutto il suo essere finché si tratta di esibire, di mostrare, di apparire a costo di leccare metri e metri di culi mediocri posti più in cima per chissà quali imperscrutabili motivi. L’Italia è fatta di orticelli ben recintati irrigati a vanagloria. Detto questo, il cazziatone di De Falco non ti ha smosso dentro – oh! Italiano – un desiderio di…un desiderio di “ok, basta parole” ora-ci-vogliono-i-fatti-e-vada-su-quella-fottuta-nave?
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