Diamoci da fare
Riflettevo su quanto sarebbe poco garbato scrivere “cazzata” sul blog, sentendomi nel frattempo come l’autore di un programma di Celentano da mandare in prima serata su Raiuno, finché non sono tornata in me. La questione era che sul tema del cosiddetto “precariato giovanile” e dello “stagismo” ho sentito tante opinioni da altrettante voci, autorevoli e meno autorevoli, ma con tutta l’autorevolezza o meno del caso le ho sempre trovate tutte un emerito fracco di cazzate. Cazzate all’italiana poi, il non plus ultra, vestite come un uomo calvo e sovrappeso di sessantanni, seduto sul suo scranno con le mani incrociate, pomposo e quanto mai viscido, una specie di rospo gonfio con la lingua pronta a scattare per catturare la sua mosca sugosa. Ma basta divagare, volevo raccontare un simpatico aneddoto. Un giorno che era uno di quei tanti giorni postlaurea in cui cercavo lavoro, mandavo inconsapevolmente curriculum vitae a manetta e rispondevo in maniera semiautomatica agli annunci nei vari siti che offrono lavoro a gente come me, laureata, specializzata, tri-lingua, bella presenza tranne di prima mattina, squillò il cellulare, numero “sconosciuto”.
– “Pronto?
– “Sì, parlo con Guglielma Tondini? Sono della redazione di ‘ Darsi da fare’, ho visto il suo curriculum [eccetera eccetera]. Che ne dice di fare un colloquio [eccetera eccetera] per un stage [bla e ancora bla]?”.
– “Grazie, sarei molto interessata. – disse Guglielma scrutando con molto interesse lo stato della sua manicure – è uno stage retribuito?”
Fu. Il. Gelo.
– “Beh, ehrrr – disse la tipa della redazione di ‘Darsi da fare’ – al momento ci sono dei problemi di budget…e…”
– “Mi scusi ma la vostra rivista si occupa del mondo del lavoro? Tipo, chessò, inchieste sui sindacati, i giovani e il lavoro…”
– “Sì…certo. E poi ci occupiamo di annunci di lavoro, offerte…”
– “Però offrite uno stage non retribuito.”
– “Beh, ehrrr…allor…facciamo che parl…con l’ufficio personal…che il suo cv…molt..interessant…e poi ci risentiamo, sisì ci risentiremo, va bene?”
-“Maccèrto! Ci rrisentiremo! Arrivedercela!”
Non richiamò mai più.
Mai. Più.
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