Febbraio 21st, 2012 — 11:02pm

Di anno in anno, avevo ormai consolidato l’insana tradizione di scrivere il post su Sanremo. Tradizione che si è conclusa, tipo, adesso. Mi senti molto in colpa e aspetto che compaiano da un momento all’altro i fantasmi dei Sanremo passati, presenti e futuri. Inoltre, ho appena letto la seguente frase che mi ha distratta: “Più entro nelle cose, meno riesco a fingere”. Che cazzo vorrebbe dire “più entro nelle cose, meno riesco a fingere”? L’ultimo bel libro letto di recente è di un signore morto nel 1870. L’ultima bella canzone ascoltata è stata scritta nel 1967. Che altro ci sarebbe da aggiungere? Potrei limitarmi a fare come fanno tutti: aggiungere qualcosa – qualsiasi cosa – e spacciarla per nuova di zecca. Seriamente, nuova di zecca. Più entro nelle cose, più è tutto un caso disperato. Ma c’è solo una cosa che più di tutti mi spaventa: la serietà.
Comment » | Sophia
Febbraio 6th, 2012 — 10:21pm
A quest’ora avrei potuto fregiarmi del titolo di Giornalista della Repubblica Italiana e invece sono ancora una Laura qualunque. Siccome che è la seconda volta che il suddetto esame di accesso all’Albo Professionalissimo dei Giornalisti della Repubblica Eccetera lo rimando, vuoi per motivi di lavoro (addirittura), vuoi perché a Roma ha nevicato (addirittura), mi sto interrogando se il fato si stia effettivamente frapponendo tra me e la me medesima in veste di futura collega di Emilio Fede, di fuoriusciti del Master in giornalismo e di Sallusti (campione a caso).
Comunque, a Roma ha nevicato. Venerdì mi son fatta quattro ore di traffico (record che batte le precedenti 3 ore e 45 dell’apertura del Trony a Ponte Milvio) ma ero felice, tutto sommato, che nevicasse. Poi sabato ho bucato prendendo un cratere lunare sulla SS Pontina. Poi domenica mi sono accorta che erano andati anche i freni ma ero felice, tutto sommato, di non essermi schiantata al primo palo dell’Enel.
Nel frattempo in Ciociaria, madre, padre, sorella, fratello e gatti rimanevano senza acqua né luce per un 48 ore consecutive con successivo ammalarsi di madre e padre. I gatti tenevano in mano la situazione. Ho detto a mia sorella che – tutto sommato – mi sarebbe piaciuto vivere da cavernicola per un 48 ore, guardando scendere metri e metri di neve come nemmanco nel ’54 figliu miu. Lei ha risposto che 48 ore senza connessione mi avrebbero probabilmente ucciso. “Ah ah ah” – le ho riposto.
E adesso una romantica foto (scattata sulla Tangenziale Est, altezza Nomentana) di quella volta che nel 2012 a Roma nevicò come nell’85.

3 comments » | Donne in corriera, I read the news today oh boy!, In my life